mercoledì 16 maggio 2012

Le Metamorfosi di Kafka



Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che grazie al suo lavoro mantiene la propria famiglia, si risveglia un mattino nelle sembianze di un orrido e gigantesco scarafaggio. Il tentativo di nascondere il suo nuovo aspetto rinchiudendosi in casa ed evitando qualsiasi contatto umano, tuttavia, fallisce ben presto poiché i suoi familiari e il suo datore di lavoro riescono ad irrompere nella sua stanza. La vista di ciò che Gregor è diventato scatena in costoro forti reazioni d'orrore. La sua presenza è respinta da chiunque, persino dai suoi genitori che arrivano ad allontanarlo violentemente quando prova a lasciare la propria stanza. Solo la sorella Grete sembra preoccuparsi di lui e di fornirgli del cibo. Dopo poco tempo, tuttavia,
Grete trova un impiego e Gregor resta completamente abbandonato a sé stesso. Il rifiuto da parte della sua famiglia e la percezione di gravare sulle loro già scarse finanze senza poter contribuire in alcun modo, fanno piombare Gregor in uno stato di depressione tale da condurlo ad una morte lenta. In seguito a ciò, la famiglia si sbarazza del suo cadavere gettandolo nella spazzatura, ne dimentica l'esistenza e riesce a risollevarsi dai problemi economici che l'avevano afflitta.

Allegoria e interpretazione 
Attraverso la condizione ripugnante del protagonista e la sostanziale incapacità dei parenti di instaurare con lui un rapporto umano, l'autore vuole rappresentare l'emarginazione alla quale il "diverso" viene tragicamente condannato nella società. L'insetto non simboleggerebbe altro che questo "diverso". La metafora dell'insetto rappresenta la dipendenza di Kafka dalla famiglia e la negazione della sua libertà artistica espressiva nella letteratura. Già in una lettera alla sorella Elli, Kafka aveva definito la famiglia come un "contesto veramente animale", che soffoca la libera espressione dell'individuo con l'egoismo oppressivo di un amore "assurdo e bestiale". Nonostante la famiglia di Gregor tenti, almeno inizialmente, di mantenere un contatto con lo sventurato, si percepisce quasi subito il ribrezzo che suscita in loro la vista della condizione ributtante nella quale egli versa. Nemmeno lo stretto grado di parentela e il ricordo di un passato normale riescono a salvare Gregor dalla condanna alla quale sembra, fin dalle prime battute, destinato. Dapprima, scoperta la nuova condizione dell'uomo, raccapriccio; poi paura di avere contatti diretti con esso, tant'è che il poveretto decide di nascondersi, quando gli viene portato il cibo, per non suscitare spavento; poi insofferenza (che si manifesta nel lancio di mele, da parte del padre, al povero Gregor che viene gravemente ferito) e infine rassegnazione: Gregor è diventato un peso, i familiari stessi si augurano che muoia. La madre, il padre e la sorella ne sono comprensibilmente affranti, tuttavia sanno che quella è l'unica via d'uscita da una situazione divenuta oramai insostenibile.
In occasione della stampa della seconda edizione, adombrando la possibilità di altre interpretazioni del racconto, il 25 ottobre 1915 Kafka scrisse al suo editore Kurt Wolff, che aveva affidato al disegnatore Ottomar Starke il compito di illustrarne la copertina: «Siccome Starke fa illustrazioni concrete mi è passato per la mente che voglia disegnare magari l'insetto. Questo no, per carità questo no! Non vorrei limitare il campo della sua competenza, ma rivolgere soltanto una preghiera perché naturalmente io conosco meglio il racconto. Non lo si può far vedere neanche da lontano. Se questa intenzione non c'è e quindi la mia preghiera diventa ridicola, tanto meglio. A Lei sarei grato se volesse trasmettere e ottenere il mio desiderio».





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