Siamo stati condizionati a credere di essere il nostro corpo fisico quando altro non è che la "macchina biologica" che ci ospita in questa dimensione materiale. Altre credenze comuni asseriscono che il nostro IO è situato nel cervello, centro delle facoltà intellettive, e che non vi è altro luogo in cui possa esistere poiché, come recita l’assioma di Cartesio "cogito ergo sum", scaturisce dall’attività mentale. Nulla di quanto appena detto è ovviamente vero. La fisica quantistica ha ormai ampiamente dimostrato che la bilocazione è un fatto scientificamente attendibile.
Inoltre, gli insegnamenti appresi dal cammino spirituale, ci ricordano che esiste una realtà non visibile e parallela a quella fisica; una realtà accessibile a tutti in cui il sapere e la saggezza universali sono potenzialmente disponibili. Tale pensiero non ha origine da racconti allegorici ideati per soddisfare grossolanamente le nostre ancestrali esigenze esistenziali, ma dalla concreta possibilità di entrare in uno stato di coscienza superiore prescindendo dai precetti di filosofie e religioni.
Il mondo in cui viviamo e fondamentalmente un mondo duale, costituito da polarità opposte, dove all’Anima è consentito fare le esperienze necessarie per evolvere. Un luogo unico, una Scuola, dove non si viene per rubare la merenda al compagno ma per imparare la lezione più grande, capire chi siamo e dove stiamo andando; una lezione che ci aiuterà a crescere e a perfezionarci. Per vivere questa miracolosa esperienza disponiamo di ben sette corpi sottili, la cui irradiazione da forma all’aura, e di un corpo fisico più denso e decisamente familiare, integrati tra loro. La realtà è pertanto multidimensionale e ciò significa coesistenza di più livelli dimensionali: una sinergia di più piani dalle differenti densità che costituiscono l’universo nella sua interezza, visibile e non visibile. A livelli meno densi corrispondono tendenzialmente entità più evolute e scopi più elevati, anche se comunque esistono delle eccezioni.
Per visitare queste dimensioni è necessario essere di una sostanza affine, per questo motivo uno dei nostri corpi sottili,
il Corpo Astrale, si presta in modo ottimale a questa funzione e vi si proietta abitualmente nel sonno per recuperare energia da ridistribuire su tutti i livelli, anche quello fisico. Dalla dimensione astrale, una dimensione dove qualsiasi azione è facilmente realizzabile con il solo desiderio, si può attingere ad un tipo di energia qualitativamente avanzata che può contribuire all’accrescimento della consapevolezza. Avere fede in qualcosa è indubbiamente coraggioso ma farne esperienza conduce alla vera conoscenza. Scopriamo il più sinteticamente possibile come i viaggi astrali consapevoli possono essere utili per proseguire il nostro cammino verso la meta più alta: l’evoluzione umana.
il Corpo Astrale, si presta in modo ottimale a questa funzione e vi si proietta abitualmente nel sonno per recuperare energia da ridistribuire su tutti i livelli, anche quello fisico. Dalla dimensione astrale, una dimensione dove qualsiasi azione è facilmente realizzabile con il solo desiderio, si può attingere ad un tipo di energia qualitativamente avanzata che può contribuire all’accrescimento della consapevolezza. Avere fede in qualcosa è indubbiamente coraggioso ma farne esperienza conduce alla vera conoscenza. Scopriamo il più sinteticamente possibile come i viaggi astrali consapevoli possono essere utili per proseguire il nostro cammino verso la meta più alta: l’evoluzione umana.
COSA SONO I VIAGGI ASTRALI
Le cosiddette esperienze extracorporee, conosciute anche come viaggi astrali o OBE (Out of Body Experience), si possono considerare eventi straordinari grazie ai quali un individuo si percepisce consapevolmente fuori dal proprio corpo fisico. La coscienza, sostanza in cui risiede la consapevolezza, si separa quindi dal corpo per viaggiare liberamente nella dimensione astrale composta a sua volta da più livelli. Tale fenomeno non è ristretto a pochi eletti ma avviene naturalmente nel sonno di ogni essere umano, anche se in modo spesso inconsapevole e confuso a causa dell’interpretazione che ne viene data al risveglio; tuttavia sono state individuate, grazie alle esperienze raccolte in diversi studi, alcune situazioni standard che ne porterebbero attivare una "versione lucida" come: uno stress fisico o emotivo molto forte, un particolare stato di trance indotto da tecniche di rilassamento profondo, l’utilizzo di potenti sostanze psicotrope come l’ayahuasca, la percezione di particolari stimoli durante la fase REM.
Anche se oggettivamente risulta complesso darne un’interpretazione univoca a causa delle diverse sfumature con cui vengono vissute, le OBE, sono state oggetto di molte analisi. Pur non avendo carattere esaustivo, alcune scoperte sono state così sensazionali da destare un notevole interesse tra gli addetti ai lavori. Dagli studi effettuati (Blackmore, 1982) si riscontra che almeno il 5% delle persone abbia avuto un esperienza consapevole fuori dal corpo, ma è con molta probabilità un dato sottostimato. Per considerare le OBE un fenomeno reale a tutti gli effetti non è essenziale conservarne un’ampia letteratura scientifica; le OBE avvengono per sopperire a particolari necessità personali e sono un fatto ormai assodato e testimoniato da migliaia di persone di tutte le estrazioni, di tutte le età, in tutte le epoche. Sono fenomeni con origini talmente antiche da essere documentati e riconosciuti da tutte le tradizioni che hanno conservato la storia autentica dei propri antenati.
Le cosiddette esperienze extracorporee, conosciute anche come viaggi astrali o OBE (Out of Body Experience), si possono considerare eventi straordinari grazie ai quali un individuo si percepisce consapevolmente fuori dal proprio corpo fisico. La coscienza, sostanza in cui risiede la consapevolezza, si separa quindi dal corpo per viaggiare liberamente nella dimensione astrale composta a sua volta da più livelli. Tale fenomeno non è ristretto a pochi eletti ma avviene naturalmente nel sonno di ogni essere umano, anche se in modo spesso inconsapevole e confuso a causa dell’interpretazione che ne viene data al risveglio; tuttavia sono state individuate, grazie alle esperienze raccolte in diversi studi, alcune situazioni standard che ne porterebbero attivare una "versione lucida" come: uno stress fisico o emotivo molto forte, un particolare stato di trance indotto da tecniche di rilassamento profondo, l’utilizzo di potenti sostanze psicotrope come l’ayahuasca, la percezione di particolari stimoli durante la fase REM.
Anche se oggettivamente risulta complesso darne un’interpretazione univoca a causa delle diverse sfumature con cui vengono vissute, le OBE, sono state oggetto di molte analisi. Pur non avendo carattere esaustivo, alcune scoperte sono state così sensazionali da destare un notevole interesse tra gli addetti ai lavori. Dagli studi effettuati (Blackmore, 1982) si riscontra che almeno il 5% delle persone abbia avuto un esperienza consapevole fuori dal corpo, ma è con molta probabilità un dato sottostimato. Per considerare le OBE un fenomeno reale a tutti gli effetti non è essenziale conservarne un’ampia letteratura scientifica; le OBE avvengono per sopperire a particolari necessità personali e sono un fatto ormai assodato e testimoniato da migliaia di persone di tutte le estrazioni, di tutte le età, in tutte le epoche. Sono fenomeni con origini talmente antiche da essere documentati e riconosciuti da tutte le tradizioni che hanno conservato la storia autentica dei propri antenati.
VIAGGI ASTRALI E SOGNI LUCIDI
I sogni lucidi, sogni in cui la consapevolezza prende il controllo del sogno, sono un fenomeno altrettanto reale e conosciuto da moltissime culture. Ne hanno parlato personalità come Ippocrate, Aristotele e Galeno ma il nome più noto è certamente quello del grande esponente della letteratura sciamanica, Carlos Castaneda, che, osservando gli insegnamenti di Don Juan, prima di addormentarsi, era solito mantenere l’intenzione di guardarsi le mani in sogno per acquisire lucidità nell’esperienza onirica. Eventi come i sogni lucidi o le OBE non possono avere cause patologiche anche perché non procurano alcun effetto nocivo e il numero di persone palesemente sane e integrate che nel tempo ne hanno riferito l’esperienza è incredibilmente vasto. Anche se gli studi sui sogni lucidi e sulle esperienze extracorporee (LaBerge, 1988; Blackmore, 1983, 1984; Glicksohn, 1989; Irwin, 1988) ne hanno evidenziato alcune similitudini e relazioni, queste ultime non possono essere accomunate a un sogno.
Mentre nei sogni lucidi le immagini che si percepiscono vengono prodotte dalla nostra immaginazione che, anche in assenza di stimoli sensoriali, può ricreare uno specifico ambiente e mutarlo a piacimento, nelle proiezioni astrali questo condizionamento non esisterebbe e si sarebbe pertanto liberi di osservare la "versione astrale" del mondo reale, praticamente identica ma percepibile in modo completamente differente. Una volta raggiunta una certa attitudine alla lucidità onirica, dal sogno lucido è comunque possibile giungere al viaggio astrale e viceversa poiché tra i due fenomeni il passo è breve. L’induzione dei sogni lucidi può avvenire artificialmente con specifici strumenti come il Novadreamer progettato da LaBerge.
COME RICONOSCRE UN VIAGGIO ASTRALE
Benché non sia una regola, un elemento comune che ci permette di riconoscere l’autenticità di un esperienza fuori dal corpo è la visione del luogo in cui avviene la separazione; generalmente dove è avvenuto il rilassamento o una particolare vicenda traumatica. Infatti, è tipico di chi è già esperto di viaggi astrali o ha subito traumi di una certa rilevanza, vedere il proprio corpo fisico giacere "spento" disteso nel letto, sul luogo di incidenti o in sala operatoria. La percentuale di casi positivi può scendere nei soggetti trattati con farmaci o sedativi (Green, 1983; Poynton, 1975; Blackmore, 1983). Non è raro trovare testimonianze che raccontano di essersi percepiti in astrale successivamente ad alcuni segnali avvertitivi come paralisi notturne (Salley, 1982; Irwin, 1988; Muldoon &Carrington, 1974; Fox, 1962), sussurri, schiocchi, ronzii o vibrazioni diffuse in tutto il corpo (Gabbard & Twelmow, 1984).
Altri ancora affermano di essersi improvvisamente ritrovati in ambienti dalla struttura sconosciuta o in paesaggi celestiali, così come di riuscire a spostarsi nel tempo o di aver incontrato persone defunte e guide spirituali. Il tutto accompagnato da una consapevolezza estrema e da sensazioni incredibilmente vivide anche dopo il risveglio. Gli scenari che si possono incontrare in una OBE sono soggettivi e dipendono in buona misura dalla qualità dei pensieri della persona che la sperimenta, nonché dal tipo di energia che la caratterizza. Di norma, pur essendoci l’eventualità che la nostra tendenza a razionalizzare e a interpretare gli eventi porti a dimenticare o a stravolgere tutto ciò che non rientra nella cosiddetta normalità soggettiva, quando si vive un simile distacco della coscienza, le sensazioni associate a questa singolare circostanza permangono per molto tempo. Risvegliarsi da una OBE è come passare da uno stato di veglia ad un altro stato di veglia, può sembrare paradossale ma in sostanza è ciò che avviene.
Altri ancora affermano di essersi improvvisamente ritrovati in ambienti dalla struttura sconosciuta o in paesaggi celestiali, così come di riuscire a spostarsi nel tempo o di aver incontrato persone defunte e guide spirituali. Il tutto accompagnato da una consapevolezza estrema e da sensazioni incredibilmente vivide anche dopo il risveglio. Gli scenari che si possono incontrare in una OBE sono soggettivi e dipendono in buona misura dalla qualità dei pensieri della persona che la sperimenta, nonché dal tipo di energia che la caratterizza. Di norma, pur essendoci l’eventualità che la nostra tendenza a razionalizzare e a interpretare gli eventi porti a dimenticare o a stravolgere tutto ciò che non rientra nella cosiddetta normalità soggettiva, quando si vive un simile distacco della coscienza, le sensazioni associate a questa singolare circostanza permangono per molto tempo. Risvegliarsi da una OBE è come passare da uno stato di veglia ad un altro stato di veglia, può sembrare paradossale ma in sostanza è ciò che avviene.
VIAGGI ASTRALI E MORTE
Quando il corpo fisico cessa di vivere, l’anima si separa da esso e resta nel mondo astrale per un periodo funzionale al grado di spiritualità raggiunto, generalmente in un "luogo" adatto a ripulirsi dalle "tossine" che ha assorbito nell’ultima vita materiale. Una volta avvenuta la purificazione, il corpo astrale, che funge da veicolo per l’anima come il corpo fisico funge da veicolo per il corpo astrale, si dissolve e l’essenza vitale si trasferisce in dimensioni più consone alla sua esistenza. Questi passaggi ricordano proprio le più tradizionali rappresentazioni dell’Inferno (mondo materiale, duale, conoscenza attraverso l’esperienza del contrasto), del Purgatorio (mondo astrale, pulizia dagli attaccamenti terreni) e del Paradiso (dimensione dell’anima, riposo, beatitudine statica, nessuna esperienza fino all’incarnazione successiva).
Una OBE è assimilabile quindi ad uno stato di morte temporanea dove la coscienza viene espulsa dal corpo per immergersi nella dimensione astrale, libera di vagare in relazione al proprio livello di consapevolezza e con l’ausilio di "sensi" molto più raffinati di quelli fisici. Non a caso una OBE viene chiamata in gergo anche "piccola morte". Una vera e propria esperienza di pre-morte (NDE), invece, non ha solo scopi esplorativi e accade assai più raramente. La si può considerare un viaggio astrale in piena regola dove però si sfiora la possibilità di accedere direttamente ai regni superiori dell’anima, senza intermezzi. Vivere una simile esperienza ha voluto dire per molte persone riconsiderare i concetti stereotipati di "morte" e di "aldilà" che gli erano stati impartiti fin dall’infanzia.
Chi vive una OBE spesso conserva la sensazione di possedere un corpo. Analogamente ai sogni lucidi, anche in un esperienza extracorporea il soggetto non percepisce se stesso attraverso i sensi ma più che altro grazie al ricordo di sé, poiché la pura coscienza non possiede una forma vera e propria. Un po’ come potrebbe accadere ad un fantasma, anch’esso presente come residuo di un corpo fisico in qualche substrato della dimensione astrale, ma in essa intrappolato fino alla dissoluzione.
Chi ha sperimentato l’uscita dal corpo fisico racconta spesso di aver visto o percepito un cordone, detto "cordone d’argento", che lega il corpo alla coscienza separata. Tale collegamento consente il passaggio di energia tra il corpo fisico e quello astrale per tutta la durata del suo viaggio, breve o lungo che sia, e ne garantisce il rientro in situazioni di emergenza o di scarso apporto energetico. La sua flessibilità è pressoché infinita e non vi è pericolo che si possa recidere durante un’esperienza extracorporea. Non è sempre possibile vederlo ma rappresenta l’unico elemento che consente il ripristino della normalità in caso di "incontri indesiderati" o, comunque, ogni qual volta si renda necessaria l’integrità tra i corpi. Dopo la morte pare che il cordone si dissolva liberando la coscienza da ogni vincolo. Essa troverà la "situazione astrale" che le compete per affinità vibrazionale.
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